Sopravvissute al tumore al seno affette da linfedema: che cosa influenza davvero la corporeità/immagine corporea? Studio qualitativo

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Laura González-Fernández, Carlos Romero-Morales, Beatriz Martínez-Pascual — Universidad Europea de Madrid · Ángela Río-González — Universidad Europea de Madrid & Associazione Spagnola Linfedema/Lipedema (AEL) · Ester Cerezo-Téllez — Universidad de Alcalá, Spagna · Inmaculada López-Martín — IIS-FJD / Universidad Autónoma de Madrid

Ventidue donne, età media 55 anni, con linfedema correlato a carcinoma mammario sono state intervistate in profondità usando un approccio fenomenologico–interpretativo. Dal materiale narrativo emergono tre temi cardine: (1) «Il braccio come stigmate»: la tumefazione rende visibile la malattia passata e genera vergogna sociale; (2) «Nuova territorialità del corpo»: la necessità di auto-bendaggio, indumenti compressivi e limitazioni funzionali imprime una “geografia” quotidiana che ridefinisce spazi, relazioni e identità; (3) «Processo di ri-appropriazione»: attraverso fisioterapia, esercizio graduale e gruppi di mutuo aiuto alcune pazienti trasformano il braccio gonfio da simbolo di perdita a strumento di resilienza.

L’elemento innovativo è la proposta di una matrice clinico-esistenziale che integra dimensioni fisiche (dolore, volume, funzionalità) e simboliche (auto-percezione, riconoscimento sociale) per guidare interventi multiprofessionali: terapia decongestiva, counselling sull’immagine corporea, training di mindful movement e lingerie compressiva estetizzata. Lo studio suggerisce di includere «corporeità» come outcome sensibile nei trials sul linfedema post-oncologico, affiancando misure quantitative a valutazioni qualitative, per favorire un percorso di cura che riconosca la persona oltre l’arto gonfio.

Tags: Breast cancer; Distorted body image; Lymphoedema; Phenomenology; Qualitative research; Physical therapy

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